Scrive oggi Paolo Mereghetti su "Il Corriere": "L'Orso d'argento è andato a un finto bel film canadese, Vic+Flo ont vu un ours, che non risparmia nemmeno un colpo basso, compreso il killer nero che non parla e suona la chitarra, tipica opera che «diseduca» il pubblico offrendo solo sapori forti che rischiano di drogare il gusto."
Non solo si tace completamente del lesbismo, secondo una pratica di occultamento ben nota a chi legga i recensori nostrani, ma si inventa anche un'ardita e innovativa categoria estetica, quella del "finto bel film". A me richiama il cardinale Caffarra che oggi dichiara che i matrimoni gay vogliono "istituzionalizzare il falso". E' evidentemente la giornata in cui chi è esplicitamente lesbica e gay, anche un film, prende lezioni di vero da critici del Corriere ed alti prelati. E ovviamente questo è anche un film diseducativo. Come se il compito di un film fosse quello di "educare" qualcuno. Alla scuola del non dire, alla scuola dei preti?
regia di Denis Côté
FLASH: Una solitaria fermata d'autobus, un promettente suonatore di tromba e una donna che rifiuta di dargli qualcosa per la sua esibizione. Questa umoristica apertura ci fa subito capire lo stile di questo film che racconta la storia di Vic, ua donna che è appena uscita di progione e che è solamente alla ricerca di un po' di quiete e tranquillità. Si muove all'interno della casa di un parente nella foresta canadese e riceve la visita della sua amante, Flo. Ogni giorno le due donne prendono la vita così come viene, andando spesso ad esplorare la campagna a bordo di un carrello da golf, godendosi il paesaggio. La vita potrebbe essere così meravigliosa - se solamente l'assai anticonvenzionale poliziotto di sorveglianza non venisse a sconvolgerla. Vic viene anche sorpresa quando scopre la sua fidanzata che esce dal bar locale. Un'accogliente donna del vicinato, una giardiniera, emerge improvvisamente come un'ombra del passato; segnali di una minaccia imminente iniziano a moltiplicarsi e anche la foresta sembra nascondere trappole insidiose... Con la sua collezione di eccentrici personaggi, le sue bizzarre trovate registiche e una misteriosa atmosfera che aleggia ovunque, la regista e critica cinematografica Denis Côté ci presenta un mondo artificiale pieno di situazioni del tutto imprevedibili. (Berlinale)