Per Grillo i saggi sono "badanti" della democrazia; per Onida sono, invece, "baby sitter". E'molto divertente vedere che su un gruppo di 10 "saggi" rigorosamente maschi le uniche metafore per ora utilizzate siano femminili. Sarebbe stata utile la presenza di qualche saggia che aiutasse questi Principi della Repubblica a prendere maggior coscienza di sé e del proprio ruolo lavorativo. Non si dice badante, nè baby sitter, si dice "lavoro di cura". Questo è il nome adoperato nei convegni femministi per definire lavori che - nel nostro paese - sono ancora, tristemente, appannaggio esclusivo
delle donne.
Tuttavia, non so perché, credo che i saggi non lo adotteranno mai. Qualcosa mi dice, saggiamente, che non l'hanno mai neanche sentito nominare. C'è il lavoro delle serve, quelle che inamidano i loro lindi colletti, e c'è il loro. Abissi separano cotanti saggi dalla realtà del lavoro concreto delle loro "badanti" o "baby sitter".
Fra le loro infinite e imperscrutabili saggezze, infatti, non c'è l'essere minimamente al corrente del dibattito sulle questioni di genere nel nostro paese, che pure essi vorrebbero "riformare".
L'uso di termini femminili avviene soltanto come metafora (maschile) all'interno dei soliti discorsi sul potere. E consiste in una metafora svilente, da parte di Grillo, e in una metafora puramente retorica, di una finta retorica transgender, da parte del costituzionalista Onida. Una questione ridicola, direbbe Napolitano, per il quale la questione della rappresentanza femminile è una "dietrologia".
Ne siamo felici, vivevamo nel paese della parità e non ce ne eravamo accorte!
delle donne.
Tuttavia, non so perché, credo che i saggi non lo adotteranno mai. Qualcosa mi dice, saggiamente, che non l'hanno mai neanche sentito nominare. C'è il lavoro delle serve, quelle che inamidano i loro lindi colletti, e c'è il loro. Abissi separano cotanti saggi dalla realtà del lavoro concreto delle loro "badanti" o "baby sitter".
Fra le loro infinite e imperscrutabili saggezze, infatti, non c'è l'essere minimamente al corrente del dibattito sulle questioni di genere nel nostro paese, che pure essi vorrebbero "riformare".
L'uso di termini femminili avviene soltanto come metafora (maschile) all'interno dei soliti discorsi sul potere. E consiste in una metafora svilente, da parte di Grillo, e in una metafora puramente retorica, di una finta retorica transgender, da parte del costituzionalista Onida. Una questione ridicola, direbbe Napolitano, per il quale la questione della rappresentanza femminile è una "dietrologia".
Ne siamo felici, vivevamo nel paese della parità e non ce ne eravamo accorte!