Anche El especialista de Barcelonaè un libro noioso ( vedi http://guazzingtonpost.blogspot.it/2013/03/aldo-busi-el-especialista-de-barcelona.html )
, ma in questa pubblica dichiarazione sullo Strega la letteratura di Busi è efficace, ha le sue ragioni, le esprime, provoca con esattezza.
, ma in questa pubblica dichiarazione sullo Strega la letteratura di Busi è efficace, ha le sue ragioni, le esprime, provoca con esattezza.
08-05-2013 - La Repubblica - MAURIZIO BONO |
STREGA, BUSI ALL’ATTACCO “WALTER SITI? ILLEGGIBILE” |
L’autore di “El especialista de Barcelona” contro il rivale nel premio letterario |
Aldo Busi tra l’invettiva civile e lo Strega. Sul primo fronte, il suo commento duro e molto pubblico, lo scorso novembre su La 7, sulle responsabilità dell’Ilva a Taranto («Che cos’è questo imprenditore italiano che si chiama Riva, che in 17 anni guadagna tre miliardi e mezzo di euro e non investe un euro negli impianti? Cosa ne fa, dove sono andati? Bisognerebbe trovare questi soldi, confiscarli come i beni dei mafiosi...»), gli ha procurato una citazione in giudizio e un’incredibile richiesta di 500mila euro di danni da parte dell’ingegner Emilio Riva davanti al Tribunale civile di Varese. Sul fronte Strega, certo meno tragico e per Busi addirittura burlesco, un’intervista per il giornale delle librerie Coop, nella quale sul premio risponde: «A parte il fatto che quest’anno mancava solo partecipasse il Calendario di Frate Indovino, che resta glorioso e a cui va tutta la mia gratitudine da quando ero bambino in una casa senza nient’altro da leggere, non c’è un solo titolo che sia di per sé invitante, mi sembrano fogli morti standard per figli nati vecchi e rimasti infantili, quindi non ci sarà che l’imbarazzo della scelta: ovunque il premio cadrà, cadrà a fagiolo e sul sicuro, anzi, proprio sul manico del premio». E a poco più di un mese dal voto sulla cinquina (12 giugno) e una sessantina di giorni dalla cerimonia al Ninfeo di Villa Giulia, dove il suo El especialista de Barcelona (Dalai) sarà con ogni probabilità in gara, tra gli altri, con Resistere non serve a niente di Walter Siti (Rizzoli), una dichiarazione affilata: «Siccome in estetica non esiste la pubblicità negativa, voglio spendere una parola in favore del romanzo di Walter Siti di cui ho letto con raccapriccio le prime venti pagine: non che gli altri siano capolavori, ma questo è proprio mancato, diciamo pure non scritto, illeggibile anche come sceneggiatura. Io non l’avrei pubblicato nemmeno dietro falso nome. Merita davvero di vincere, così metteremo una croce anche sullo Strega e amen». Busi a tutto campo, insomma? Lui minimizza: «Veramente ci sarebbe anche una notizia diversa, di cui si è parlato poco. E cioè che nel frattempo ho vinto il processo che al tribunale di Monza mi aveva intentato Veronica Lario». In quel caso la “scena del delitto” era Otto e mezzo, l’arma l’affermazione: non è un po’ tardi, accorgersi ora dei tradimenti e delle minorenni, se non ha visto Mangano che per anni girava per casa? E la sentenza un’assoluzione di Busi perché «il fatto non costituisce reato», firmata a dicembre dal giudice Silvia Pansini e a tutt’oggi non appellata. «Tra l’altro la motivazione è scritta in un italiano bellissimo», assicura Busi, che sull’estetica del linguaggio, da scrittore, non transige. «La qualità delle parole è tutto. E lo scrittore libero deve essere anche delatore dell’umanità, nonché delatore di se stesso, io non faccio sconti neppure al mio alter ego, la letteratura veramente compassionevole non conosce pietà». Restiamo alle cose terribili su Siti (che, sia detto per dovere di cronaca, non intende rispondere): «Mah, ho letto un po’ dei suoi libri, ma non fino in fondo, perché a me non interessa il ricamare intorno a un’ossessione. Tantomeno sessuale. È un po’ come per la poesia di Penna, formalmente di eleganza petrarchesca, ma di una noia intellettuale! A me interessano i personaggi, il diverso da me per quanto io creda di essere il più diverso di tutti, sbagliandomi, se no mi stufo. Ho letto un testo di Siti che parlava di un uomo e di un culturista sposato, io lì avrei voluto sapere anche della moglie del culturista, di cui Siti non dice niente, o magari i pensieri reconditi di quei ragazzi di Penna». E dell’eventualità di andare insieme a Siti in finale allo Strega cosa pensa? «Ma cosa vuole che ne pensi? Niente. È chiaro che il trionfo per me sarebbe non entrare neanche in cinquina. Sarebbe il massimo, ma non si può avere tutto. Questa Villa Giulia non so nemmeno dov’è, me la confondo con Valle Giulia. E comunque i romanzi, nell’era del self publishing e dell’editoria che fa ancora andare le ganasce come se non ci fosse la crisi, sono come le fotografie, adesso che tutti le scattano a milioni col telefonino. Bisogna mettere un filtro industriale e quindi estetico, di eccellenza assoluta o niente. Il mio filtro è che non mi interessa leggere romanzi di persone che non siano libere. Siti una volta l’ho anche rimproverato, l’avevo visto a un dibattito tv in cui c’era anche Buttiglione che sull’omosessualità diceva cose terribili: ma non ti vergogni di stare lì zitto, con le cose che ha detto quell’uomo?». Di sicuro, Busi zitto non sta. |