Ho appena visto "The imitation game", il film su Alan Turing, matematico e crittografo inglese, decifratore del codice segreto tedesco "Enigma" durante la seconda guerra mondiale, creatore del primo computer... e omosessuale condannato ad assunzione forzata e di estrogeni negli anni Cinquanta. Morto probabilmente suicida.
Evidentemente si andava giù pesante con terapie riparative ormonali, nell'illuminato dopoguerra inglese.
Quel che mi ha lasciata perplessa è che il cinema di cosiddetta "serie A" continui a rappresentare ciò che è fuori dalla norma (intellettiva e sessuale, si suppone) con gli schizzi splenici e oculari - nonché spleenici - di Russell Crowe in A beautiful mind, mescolandoli alla balbuzie e al distacco simil-Asperger di Colin Firth ne Il discorso del re. Un vero e proprio imitation game.
Lo avremmo preferito più queer, questo Turing. In fondo fu condannato per un reato penale (tale veniva considerata l'omosessualità in Inghilterra fino al 1967), non fu internato per disturbi della personalità.
Morale della favola: meglio schizzato che gay? The same old game.
Evidentemente si andava giù pesante con terapie riparative ormonali, nell'illuminato dopoguerra inglese.
Quel che mi ha lasciata perplessa è che il cinema di cosiddetta "serie A" continui a rappresentare ciò che è fuori dalla norma (intellettiva e sessuale, si suppone) con gli schizzi splenici e oculari - nonché spleenici - di Russell Crowe in A beautiful mind, mescolandoli alla balbuzie e al distacco simil-Asperger di Colin Firth ne Il discorso del re. Un vero e proprio imitation game.
Lo avremmo preferito più queer, questo Turing. In fondo fu condannato per un reato penale (tale veniva considerata l'omosessualità in Inghilterra fino al 1967), non fu internato per disturbi della personalità.
Morale della favola: meglio schizzato che gay? The same old game.