Eccoci. Avevo più “contenuti”. A me, la storia dei miei “contenuti”. Cito Rimbaud – à moi, l'histoire de mes folies – ( lei non se ne accorge).
Andavo all'Università Aix-Marseille l'indomani, traversando non solo il confine di Ventimiglia, ma un bel po' di altri confini ( lei se ne accorge, beve la birra con me: - … non sa nemmeno chi sei tu. Ti ha mai vista davvero? - e non contengo, con lei, ma sorrido; però qualcuna ora ti sta facendo capire che ti vede, qualsiasi cosa sia, e fingi tu stessa di minimizzare? ).
- Prenderei la macchina, verrei con te -
Però partivo di venerdì mattina e doveva lavorare. C'era un buffo EC-TGV chiamato “Thello”.
Quanto a “contenuti”? Due mondi non simili, ma due cavalcate per i mondi. Lei guidava come una dea del volante – la mai abbastanza compianta mia prozia Paola, campionessa di rally femminili negli anni Quaranta. Faccio fatica a costruire sintassi nelle frasi, c'è un salto nel cosmo, ed in quel luogo tu canti (cito Pasolini, lei non se ne accorge). La sua “classe A” in autostrada: uno spettacolo.
Io avevo altre tavole da surf: se dovevo parlare in pubblico, anche non nella mia lingua, andavo in bradicardia invece di agitarmi. Facevo anche le battute.
Spergiuravo alle mie amiche di non sentire attrazione sessuale per Classe A, che pure trovavo attraente à la carte, eppure la mia downtown era stata piena di battiti persino per la cassiera dell'autogrill di Ceriale, qui semblait Marine Le Pen. Addirittura!
Classe A ed io ci eravamo conosciute in un'estate faticosa, ma per molti aspetti la migliore della mia vita, mentre entrambe eravamo ancora infestate dal fantasma dell'altra. Fu facile fluidificarlo, però, insieme, drinking a Mojito in the park. Uso parole straniere, me ne fotto, sia chiaro a chi crede ancora che la letteratura italiana, lesbica o no, sia qualcosa di cui tirarsela. Meglio che scompaia, è un fantasma come un'altra.
Eppure una mattina ebbi la percezione che se avessi sentito la sua mano dentro avrei sentito proprio lei, non i soliti bavardages e bavaresi alla frutta di Istituzioni Sessuali 2, le “pratiche” con cui ero abituata a confrontarmi e ad eccitarmi.
Lei sarebbe stata lei, in me, e sarei venuta in un altro modo, e in un altro mondo - come dirlo?
Qualcun* teorizza questo come amore alchemico, ma io resto al bordo. Preferisco forse continuare a perpetrare una serie di scismi? L'altra in fading e me occupata nella mia goduriosa ostensione? La mia macchina?
Non chiamare.